E guardando la copertina, sia le scelte grafiche sia il nome, sembra proprio un pesce d’ Aprile questo nuovo lavoro (ribadisco: SOLO per quanto riguarda nome e scelte grafiche!!!) . Greatest Hit (…& 21 Other Pretty Cool Songs) … e qua l’ironia è grande: il singolare di Hit ci ricorda quanto sia stata immensa l’abilità della band nel conquistare il suo fanatico seguito con un’ unica hit radiofonica: Pull Me Under.
E ancora ironia nella grafica della copertina, di cui parlavo sopra: notiamo che le lettere “s”, “h”, “i”, “t” sono evidenziate in rosso (GREATEST HIT)…il risultato può solo essere frutto di incredibile autocommiserazione (cosa molto improbabile) o di uno spiccato humor (conoscendo il carattere spiritoso soprattutto di Portnoy, voterei per quest’ ultima alternativa); ma non finisce qui, sulla poltrona in primo piano con tanto di logo del gruppo, vediamo una radiolina poggiata sul bracciolo, ancora con probabile spiritoso riferimento a Pull Me Under .
Bene, l’ apparenza promettente potrebbe non aver niente a che vedere con l’effettivo contenuto del cd, potrebbe essere una specie di maschera. Invece no. L’ascolto non delude. La tracklist di entrambi i cd della raccolta è interessante. Troviamo nel primo (The Dark Side) tracce più dure e più metal, in contrapposizione al secondo cd (The Light Side), caratterizzato invece da brani più leggeri, dove l’elemento “metallo” compare raramente.
Sentendo la necessità di esprimere un parere personale, devo dire che preferisco il “lato scuro”.
Le tracce sono nel complesso tutte azzeccate. Kevin Shirley ha fatto un ottimo lavoro nel remix di Pull Me Under , che suona più completa, più piena , più possente. Non posso dire lo stesso del remix di Take The Time , di cui preferisco la versione originale più scarna ma più diretta; si tratta sempre comunque di un bel brano. Dopo Lie , che ripropone il sound caratteristico del duro Awake, Peruvian Skies e Home (la prima e l’ultima in versione singolo) si rimane un po’ spiazzati da Misunderstood e ci si chiede perché non si trovi nel Light Side, ma poi pensiamo che una pausa, peraltro gradevole, a metà cd può far bene. I ritmi riprendono più veloci che mai con la poderosa The Test That Stumped Them All, per continuare col riff potente di As I Am e con la combinazione di potenza e melodiosità di Endless Sacrifice. Si chiude con le uniche due tracce decenti del tanto criticato Octavarium (scusate ma dopo Train Of Thought quell’album mi ha leggermente sconvolta, è personale comunque) , The Root Of All Evil e Sacrificed Sons. E si conclude il primo capitolo. Direi ottimo lavoro fino a qui. Proseguiamo.
Anche il “lato chiaro” ha il suo fascino, non indifferente.Si apre con un pezzo che non mi ha mai entusiasmata particolarmente ma che tra i brani soft dei DT è un classico: Another Day, ancora una volta col tocco di Shirley, che secondo me ha migliorato la traccia. Il secondo brano, To Live Forever , è una bonus-track tratta dal singolo di Lie: inizialmente gli accordi un po’ dalla cadenza lenta e monotona della chitarra di Petrucci fanno sospettare, ma sulla soglia dei 3 minuti entra il classico assolino che ridà un po’ di vita al tutto. Qualche perplessità su questa traccia, ma molto apprezzabile le antiche capacità vocaliche di LaBrie (che rimane comunque ancora oggi una delle mie voci preferite) . Si continua con una tranquilla e orecchiabile Lifting Shadows Off A Dream , una bellissima The Silent Man, Hollow Years e una versione alternativa di Through Her Eyes, molto orecchiabili anche queste ultime. Un po’ più complessa, ma sempre bella, la successiva The Spirit Carries On (non posso fare a meno di pensare al Making Of Scenes Of A Memory , in cui Lord (sì, Lord) John Petrucci si cimenta nell’esecuzione vocalica di parte della canzone, ricordandoci che “nessuno è perfetto” … perché stimo infinitamente quest’uomo e voglio usare un eufemismo molto gentile). Solitary Shell (anche questa in versione singolo) è un pezzo che, forse per una mia mancanza di apertura, non ho mai saputo apprezzare. Successivamente, torna a perseguitarci Octavarium (ripeto che la mia antipatia per questo album si limita al personale, non mi sento ancora in grado di giudicare al di là del punto di vista) con I Walk Beside You , pezzo che rispetto agli altri tanto light non è e che, sempre personalmente, ritengo tra i più scontati e meno rilevanti della carriera dei grandi cinque. La successiva The Answer Lies Within è un brano simile per sound a Another Day e che ci introduce alla bellissima, particolare ed emozionante Disappear , ottima chiusura del cd.
Bene, ero partita con l’idea di lasciar perdere l’analisi track by track, ma alla fine è venuta fuori una cosa del genere.
Complessivamente, si tratta di una raccolta particolare e interessante. Chi non ama i Dream Theater non cambierà idea di certo, ma chi li ama e li segue da tempo* avrà modo di apprezzare l’apprezzabile (che è molto, comunque) e di confrontare le varie versioni riproposte con quelle meglio conosciute, di avere un cd che “ dà la carica” e uno per rilassarsi, di avere un oggetto grazioso da tenere nella propria collezione.
*lo so che da quell’ espressione sembra che ho 230 anni, ma il fatto è che anche se ne ho solo 15 seguo i DT da quando ne avevo 11, e negli ultimi tempi più che mai.
Questo post è opera di Orny, esperta musicale e chitarrista affermata.
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